Trieste e Storia

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    Scopri il meraviglioso paesaggio del Carso triestino in bicicletta o a piedi. I panorami mozzafiato sul Golfo di Trieste, la vegetazione inconsueta dai colori caldi e rilassanti e la scoperta dei sapori autentici della tradizione contadina slovena renderanno il Tuo viaggio un'esperienza unica da ricordare, condividere e ripetere.
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Il Castello di Miramare

Veduta del Castello di Miramare - Trieste

Castello di Miramare

Tappa tanto irrinunciabile quanto suggestiva di un soggiorno a Trieste è il Castello di Miramare, il luogo più celebre della costiera triestina, legato in modo indissolubile al paesaggio e alla storia della città. Questo splendido edificio fu costruito sullo sperone di roccia che si protende sul mare all’altezza di Grignano, per volere dell’arciduca Ferdinando Massimiliano Giuseppe d’Asburgo.
La leggenda vuole che il nobile, sorpreso un giorno da una bufera in mare, avendo trovato rifugio nella piccola baia di Grignano, fosse rimasto talmente attratto dall’incanto del luogo da desiderare di costruire proprio in quel punto la sua dimora. Nel castello si stabilì anche la giovane moglie Carlotta.
Nelle sale sontuosamente arredate in stili diversi, la coppia visse i momenti più belli di una storia d’amore interrotta improvvisamente dalla morte di Massimiliano, avvenuta tragicamente in Messico.
Intorno al maniero fu creato un grande parco, che per la sua estensione (22 ettari) è uno dei maggiori dell’Italia settentrionale. Vi sono stati importati alberi da tutto il mondo: abeti dalla Spagna e dall’Himalaya, cedri dall’Africa del Nord e dal Libano, cipressi e sequoie dall’America. Una parte è stata adibita a giardino all’italiana e scende piacevolmente con ampi gradoni verso il mare.
Lungo il tratto di costa su cui si affaccia il parco di Miramare, il WWF ha creato un Parco Marino: circa 30 ettari dove la fauna e la flora sono protette.
www.miramare.beniculturali.it

 

Il Castello di San Giusto

Veduta del Castello di San Giusto - Trieste

Castello di San Giusto

Eretto sull’omonimo colle, il castello domina tutta la città. Realizzato a partire dal 1450 sui resti di una costruzione di epoca romana, di cui sono visibili oggi alcuni resti, oggi il castello è sede di manifestazioni culturali e al suo interno è stato allestito il Civico Museo del Castello di San Giusto, ricco di opere d’arte e di una pregevole raccolta di armi d’epoca.
www.castellodisangiustotrieste.it

Il Castello di Duino

Veduta dell'imponente Castello di Duino - Trieste

Castello di Duino

Castello di Duino
34013 Duino-Aurisina TS
Tel. 040 208120
www.castellodiduino.it

Il castello di Duino è una costruzione composita e massiccia, su cui svetta la torre cinquecentesca che conserva intatta la sua struttura bimillenaria. E’ proprio attorno a questa torre, sulle rovine di un avamposto romano, che nel 1300 si intraprese la costruzione dell’attuale castello, non lontano da quello antico che, secondo la tradizione, era dedicato al culto del Dio Sole e che viene chiamato, molto romanticamente, “La Dama Bianca“. Tuttora è abitato dai Principi della Torre e Tasso, che ne hanno mantenuto la gioiosa signorilità. Il sentiero Rilke invece, deve il suo nome al poeta praghese (ma austriaco di nascita) Rainer Maria Rilke, che soggiornò nel 1911 e 1912 presso il castello, ospite dei principi della Torre e Tasso: vuole infatti la tradizione che Rilke, soffermandosi lungo tale percorso, abbia avuto l’ispirazione per i versi delle sue Elegie Duinesi. Il sentiero si sviluppa per 2 km in un magnifico ambiente naturale, situato tra Duino e Sistiana. Percorrendolo si ha modo di camminare in zone boschive e di gustare superbi panorami dal ciglio di una costa alta, a strapiombo sul mare.

Il Tram de Opcina

Tram di Opicina di Trieste

Tram de Opcina

Tram a cremagliera che dal 1920 collega il centro città con l’altopiano. Durante il ripido percorso si gode di una magnifica vista sulla città e sul golfo di Trieste mentre scendendo alla fermata dell’Obelisco si può effettuare una passeggiata panoramica sino al paese di Prosecco.
www.tramdeopcina.it

(Attualmente non in funzione)

La Foiba di Basovizza

Monumento nazionale della foiba di Basovizza

Monumento Foiba di Basovizza

La foiba, una cavità naturale profonda centinaia di metri, è uno dei luoghi più tragici e meno conosciuti della recente storia italiana.
Qui, a seguito della divisione della città di Trieste in due zone, furono gettati numerosi triestini che volevano l’unificazione  della città e il suo passaggio totale all’Italia.
Anch’essa, come la Risiera di San Sabba, è monumento nazionale.
www.foibadibasovizza.it

La Risiera di San Sabba

Vista frontale di Risiera di San Sabba

Risiera di San Sabba

Civico Museo della Risiera di S. Sabba
Via G. Palatucci, 5
Tel. 040 826202
www.risierasansabba.it

La Risiera di San Sabba è stato un lager nazista, situato nella città di Trieste, utilizzato per il transito, la detenzione e l’eliminazione di un gran numero di detenuti, prevalentemente composti da prigionieri politici. E’ stato l’unico campo di concentramento in Italia ad avere un forno crematorio.
Monumento nazionale dal 1965. La Risiera, nata come edificio per la pilatura del riso, divenne, durante il periodo dell’occupazione tedesca, prima luogo di smistamento verso i campi di concentramento e poi essa stessa campo di sterminio, dotato di forno crematorio, unico in Italia.

Teatro Romano e Arco di Riccardo

Teatro Romano di Trieste

Teatro Romano

Il Teatro romano di Trieste si trova ai piedi del colle di San Giusto, in pieno centro città, al limitare della città vecchia, tra via Donota e via del Teatro Romano. Il teatro risale al I-II secolo d.C., e all’epoca della sua costruzione si trovava in riva al mare, che a quel tempo giungeva sino in quella zona. Sulle sue gradinate, costruite anche sfruttando la naturale pendenza del colle, potevano venir ospitati circa 6.000 spettatori. Probabilmente fu costruito per volere del triestino Quinto Petronio Modesto, procuratore dell’imperatore Traiano, citato in diverse iscrizioni.
Nei secoli venne poi nascosto dalle case che vi sorsero sopra. Ritenuto perduto, venne individuato nel 1814 dall’architetto Pietro Nobile, ma solo nel 1938 venne riportato alla luce, durante la demolizione di una parte della città vecchia. Le statue e iscrizioni rinvenute negli scavi sono conservate presso il Civico museo di Storia ed Arte. Al giorno d’oggi viene ancora saltuariamente utilizzato per spettacoli estivi all’aperto.
www.turismofvg.it/Siti-Archeologici/Teatro-Romano

Antico Arco Riccardo di Trieste

Arco Riccardo

Arco di Riccardo: di epoca romana risale al I secolo a.C., sembra appartenere alle mura che Augusto fece costruire a delimitazione della città.

Il Faro della Vittoria

Veduta del Faro della Vittoria di Trieste

Faro della Vittoria

Opera dell’architetto triestino Arduino Berlam e dello scultore Giovanni Mayer, il bianco “Faro della Vittoria” illumina il Golfo di Trieste ed al contempo funge da monumento commemorativo dei caduti in mare durante il I° conflitto mondiale come testimonia l’iscrizione “Splendi e ricorda i caduti sul mare”. Il faro è costituito da un ampio basamento comprendente anche il bastione del preesistente forte austriaco ed è ricoperto di pietre di origine locale. Sopra la colonna monumentale vi è un “capitello” a sostegno della “coffa”, così chiamata in chiari termini marinareschi, in cui è inserita la lanterna, la cui gabbia è realizzata in bronzo e cristallo, coperta da una cupola in bronzo con decorazioni a squame. All’apice della cupola svetta la statua in rame della Vittoria. La parte ornamentale è completata dalla figura del marinaio sotto la quale venne collocata l’ancora del acciatorpediniere Audace (la prima nave italiana che entrò nel porto di Triese il 3 novembre 1918). Ai lati dell’ingresso al faro vi sono invece due proiettili, anch’essi dono del Ministero della Marina. Oggi il faro rappresenta uno dei simboli della città.

www.farodellavittoria.it

Itinerari Letterari Triestini

Molte esistenze di uomini famosi nati a Trieste o che a Trieste hanno trascorso parte della loro vita, si sono svolte sulle Rive e nell’aspro entroterra carsico. Camminare sui loro passi può rivelarsi intrigante e interessante. Ettore Schmitz, in arte Italo Svevo, nato a Trieste nel 1861 e amico di James Joyce, è uno tra i maggiori scrittori della letteratura italiana contemporanea. I luoghi  della sua vita e quelli citati nei suoi romanzi (Una vita, Senilità, Coscienzadi Zeno) possono ancora evocare fascino: la casa  natale in viale XX Settembre n. 16, l’abitazione della famiglia Schmitz in Via Carducci n. 12, l’Istituto Commerciale Rivoltella in Via Carducci n. 12 che frequentò dopo gli studi primari alle scuole ebraiche di Via del Monte n. 3, la Berlitz School di Piazza Ponterosso n. 4 dove imparò l’inglese e conobbe Joyce che qui insegnava, la Banca Union di Via Einaudi n. 1 suo primo  impiego, il Caffè Garibaldi di piazza Unità d’Italia, la Biblioteca Civica di piazza Hortis n. 4 dove lesse i grandi scrittori europei  sui quali pubblicò i suoi elzeviri, Villa Veneziani e stabilimento in Via Italo Svevo n. 22/24, Villa Tika in Via Nazionale n. 18 e Villa Letizia in Via Basovizza n. 8 a Opicina.

Profilo della statua di James Joyce - Trieste

Statua di James Joyce

James Joyce, nato a Dublino nel 1882 e morto a Zurigo nel 1941, è uno dei principali scrittori europei del Novecento. A Trieste trascorse due periodi dal 1904 al 1915 e dal 1919 al 1920. Qui terminò la stesura di Gente di Dublino e di Dedalus: ritratto dell’artista da giovane, compose il poemetto in prosa Giacomo Joyce e il dramma Esuli; in questa città inoltre impostò il suo famoso Ulisse, scrivendo alcuni tra i capitoli più significativi. Lo scrittore irlandese cambiò casa numerose volte durante il suo soggiorno triestino e tutte le sue abitazioni sono rintracciabili in città; anche i luoghi che lui frequentò sono molto numerosi e ricostruibili.

Trieste si può godere anche attraverso gli occhi di un altro poeta famoso, Umberto Saba, figlio di Ugo Abramo Poli e di Rachele Coen, il cui nome d’arte deriva dalla amata balia. Egli intitolò “Coi miei occhi” la prima raccolta di poesie (1912) dove guarda se stesso attraverso la sua città. Trieste è una presenza costante e  fondamentale in tutta l’opera del poeta. In via S. Nicolò si può ancora ritrovare l’omonima libreria che Saba gestì dal 1919.

Da non dimenticare Scipio Slataper, nato a Trieste il 14 luglio 1888, morto il 3 dicembre 1915 sul Podgora, combattendo con gli italiani; nel “Il Mio Carso” affronta il rapporto tra Trieste e il suo retroterra sloveno e le peculiarità che ne derivano.

Fulvio Tomizza, nato a Materada in Istria nel 1935 e morto a Trieste nel 1999, fu partecipe con lucida consapevolezza del  tormento di chi in queste terre ha vissuto (Materada, La ragazza di Petrovia, Il bosco di Acacie).

Ed infine concluse la sua avventurosa vita a Trieste il famoso console britannico, esploratore, traduttore, orientalista Richard Francis Burton (1821-1890). Qui scrisse un libro sulle Terme Romane di Monfalcone e il suo libro di gran lunga più celebrato: la traduzione di “Le notti arabe“, pubblicato in sedici volumi dal 1885 al 1888 con il suo titolo di Le mille e una notte.

Muggia

Vista dal mare di Muggia

Muggia

Muggia con i suoi dintorni è una località turistica di rilievo. Il suo verdeggiante territorio è delimitato da 7 km di costa e dai suoi colli che dominano panoramicamente una vasta zona sia italiana che istriana. Muggia mantiene le tracce della sua antichità, ne sono testimoni i resti dei castellieri protostorici di Santa Barbara e di Muggia Vecchia, dove troviamo la Basilica di Santa Maria Assunta (IX secolo), unica testimonianza –insieme ai resti delle mura- di un passato romano e medievale. Prima dell’anno mille, si sviluppò a valle del porticciolo, corrispondente all’attuale Mandracchio di Muggia, un piccolo centro che fu chiamato Borgolauro; fu appunto in questo nuovo borgo che nel 1256 si costituì il Comune di Muggia. Di quest’epoca sono il Duomo e il Palazzo del Comune, ricostruito nel Novecento. Passata nel 1420 sotto Venezia, Muggia condivise le sorti della Serenissima; della secolare comunanza di vita, interessi e costumi la cittadina conserva impronte evidenti: il dialetto, le tradizioni gastronomiche, lo stile architettonico gotico veneziano. Ancora oggi a Muggia si respira un’aria di antiche tradizioni, passeggiando nelle caratteristiche “calli” e nella splendida Piazza Marconi, cuore pulsante della cittadina, oppure sostando nel Mandracchio ad osservare i pescatori intenti nel loro lavoro. Particolarmente suggestivo il porticciolo sito nella località di san Bartolomeo. Inoltre, da qualche anno, è attivo Porto San Rocco, nuovo centro nautico da diporto, costruito sul sito che ospitò il glorioso cantiere navale San Rocco, vanto dell’Impero Austroungarico.
www.turismofvg.it/Localita/Muggia

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